Ho sempre pensato che lo sport fosse dannoso per il nostro cervello.
Nonostante le insistenze della comunità scientifica sull'importanza di fare del moto, l'evidenza empirica di tanti campioni, professionisti di questa o quell'altra disciplina del corpo, che faticano a mettere in fila due pensieri di senso compiuto, mi ha sempre fatto credere che ci fosse qualche attinenza tra eccessivo movimento e, chessò, i colpi che inevitabilmente finisce per ricevere il nostro cerebro rimbalzando contro la scatola cranica...
Scherzo, naturalmente, ma non troppo. Da tempo, infatti, è noto che fare sport favorisce la performance cognitiva e, in particolare, l'apprendimento, ma finché questo si esprime in forma più o meno amatoriale, quando invece entriamo in un eccesso di strasforzi agonistici può diventare dannoso, e non solo per il cervello. Le ricerche più accurate hanno dimostrato che il massimo del beneficio si ottiene con 5-6 ore di sport settimanali fatte bene, ovvero con esercizi corretti e mirati alla persona e alla sue caratteristiche.
Ma torniamo al nostro cervello e ai benefici che una adeguata attività fisica vi può apportare.
Ma torniamo al nostro cervello e ai benefici che una adeguata attività fisica vi può apportare.
Una ricerca condotta del Dana-Farber Cancer Institute e dell'Harvard Medical School di Boston, ci racconta qualcosa di più rispetto all'efficacia di fare sport per il nostro cervello.
I ricercatori hanno, infatti, evidenziato che quando si pratica una qualche attività fisica (soprattutto quelle un po' più intese, senza -appunto- necessariamente ammazzarsi col decathlon) la contrazione muscolare determina la produzione e la secrezione di un ormone: l'irisina che a sua volta stimola i neuroni a produrre un altro importantissimo ormone il Bdnf (Brain-derived neurotrophic factor): una neurotrofina che agisce su determinati neuroni del sistema nervoso centrale e del sistema nervoso periferico, contribuendo non solo alla loro sopravvivenza, ma favorendone anche la crescita, nonché la differenziazione in nuovi neuroni e sinapsi; cosa che, ovviamente, è un toccasana per l'apprendimento e, più in generale, per la memoria a lungo termine.
Non bastassero gli scienziati, all'American College of Sports Medicine, hanno persino provato a sperimentare la ricerca, evidenziando come gli studenti che praticavano almeno 10 minuti di sport prima di un test di matematica, raggiungevano risultati migliori rispetto ai nullafacenti coetanei.
Non bastassero gli scienziati, all'American College of Sports Medicine, hanno persino provato a sperimentare la ricerca, evidenziando come gli studenti che praticavano almeno 10 minuti di sport prima di un test di matematica, raggiungevano risultati migliori rispetto ai nullafacenti coetanei.
Non è dunque un caso che alcune scuole più all'avanguardia (i licei scientifici Labriola e Kennedy a Roma e il Pascal di Pomezia, ad esempio), hanno preso la buona abitudine di fare spostare gli studenti al cambio del'ora -che non sarà proprio uno sport, e forse non scatenerà tsunami di Bdnf, ma intanto è pur sempre meglio che stare seduti.
Per inciso, l'esercizio più efficacie nel produrre irisina, sembrerebbe essere lo squat (di fatto, dei piegamenti sulle gambe -guarda qui come) che parrebbe in grado di migliorare la memoria a lungo termine addirittura del 20%, anche se alcune ricerche dimostrano come sia sufficiente stringere nella mano una pallina antistress tra una sessione di studio e l'altra.
A questo punto, al di là delle eccezioni su citate, non si può non pensare alla nostra scuola e, più in generale, alle vetuste indicazioni che tutt'oggi imperano nelle modalità di apprendimento e memorizzazione della gran parte degli studenti in cui l'azione del studiare si vorrebbe fa sposare con accanimento allo stare fermi -si sono inventati pure una sindrome (Adhd - Sindrome da deficit di attenzione e iperattività) per tutti coloro che, forse ribellandosi a questa tassonomica follia etichettante, proprio di stare fermi non ne vogliono sapere... ma avremo modo di parlarne in uno dei prossimi articoli.
A volte, invece, si studia tanto meglio in piedi e, sicuramente, come abbiamo visto, si memorizza molto meglio camminando. Così, quando la prossima volta di diranno"Adesso rilassati, concentrati e inizia a studiare," tu non ascoltarli... mettiti a correre.
"Curre curre guagliò... Curre curre guagliò gliò gliò gliò gliò... Curre curre guagliò... Curre curre guagliò gliò gliò gliò gliò..." (99 Posse).
Per inciso, l'esercizio più efficacie nel produrre irisina, sembrerebbe essere lo squat (di fatto, dei piegamenti sulle gambe -guarda qui come) che parrebbe in grado di migliorare la memoria a lungo termine addirittura del 20%, anche se alcune ricerche dimostrano come sia sufficiente stringere nella mano una pallina antistress tra una sessione di studio e l'altra.
A questo punto, al di là delle eccezioni su citate, non si può non pensare alla nostra scuola e, più in generale, alle vetuste indicazioni che tutt'oggi imperano nelle modalità di apprendimento e memorizzazione della gran parte degli studenti in cui l'azione del studiare si vorrebbe fa sposare con accanimento allo stare fermi -si sono inventati pure una sindrome (Adhd - Sindrome da deficit di attenzione e iperattività) per tutti coloro che, forse ribellandosi a questa tassonomica follia etichettante, proprio di stare fermi non ne vogliono sapere... ma avremo modo di parlarne in uno dei prossimi articoli.
A volte, invece, si studia tanto meglio in piedi e, sicuramente, come abbiamo visto, si memorizza molto meglio camminando. Così, quando la prossima volta di diranno"Adesso rilassati, concentrati e inizia a studiare," tu non ascoltarli... mettiti a correre.
"Curre curre guagliò... Curre curre guagliò gliò gliò gliò gliò... Curre curre guagliò... Curre curre guagliò gliò gliò gliò gliò..." (99 Posse).
Ti è piaciuto l'articolo? Seguimi su Facebook...